Zadie Smith
è nata a Londra nel 1975 di padre inglese e madre giamaicana.
Si è laureata alla Cambridge University. A soli 23 anni ha scritto Denti bianchi, il suo primo romanzo, pubblicato in Inghilterra nel 2000 (in Italia l’anno successivo per Mondadori) e divenuto uno straordinario caso letterario capace di suscitare l’entusiastico consenso del pubblico e della critica negli oltre venti paesi in cui è stato pubblicato. Ha inoltre pubblicato L’uomo autografo (Mondadori, 2003), Della bellezza (Mondadori 2005), Cambiare idea (minimum fax, 2010), Perchè scrivere (minimum fax, 2011), NW (Mondadori, 2013) e L’ambasciata di Cambogia (Mondadori, 2015).
MOTIVAZIONI
Il premio Hemingway per la letteratura va a Zadie Smith, per la grazia naturale della sua scrittura, che non perde mai il ritmo e sa raccontare con acuminata precisione e urgenza, il mondo dei sobborghi multiculturali, le ingiustizie sociali ma anche i sogni e i desideri della nostra epoca. Denti Bianchi, che fu il suo romanzo d’esordio e un best seller internazionale, viene da molti descritto come un romanzo sull’integrazione razziale, ma è in realtà la rappresentazione di qualcosa di più oscuro e profondo: la dura ricerca della propria identità. E, nella sua ultima opera, Swing Time, da poco pubblicata in Italia, Zadie Smith torna a questo tema centrale della sua scrittura e cioè: come si fa a tenere insieme i mille fili contrastanti della nostra vita per formare un racconto coerente di noi stessi? Questione che rappresenta uno dei problemi decisivi del nostro tempo, per il quale servono analisi acute, partecipate e disincantate come quelle di Zadie Smith.