Richard Sennett, nato Chicago nel 1943, è uno dei più influenti sociologi contemporanei. Il punto focale della riflessione di Sennett è dato dal “nuovo capitalismo”: tutte le sue opere si snodano attorno all’analisi di questo fenomeno contemporaneo. Si è occupato soprattutto dei temi della teoria della socialità e del lavoro, dei legami sociali nei contesti urbani, degli effetti sull’individuo della convivenza nel mondo moderno urbanizzato. Insegna sociologia presso la London School of Economics e la New York University Tra i suoi libri ricordiamo: Il declino dell’uomo pubblico (Bompiani, 1982; Bruno Mondadori, 2006), L’uomo flessibile (Feltrinelli, 1999), Rispetto. La dignità umana in un mondo di diseguali (il Mulino, 2004), La cultura del nuovo capitalismo (il Mulino, 2006), L’uomo artigiano (Feltrinelli, 2008), Insieme. Rituali, piaceri, politiche della collaborazione (Feltrinelli, 2012), Lo straniero (Feltrinelli, 2014). Tra i suoi molti riconoscimenti, il Premio europeo Amalfi per la Sociologia e le Scienze sociali nel 1998 e l’Hegel Prize alla carriera nel 2006.
MOTIVAZIONI
In un’indagine di ampio respiro – insieme antropologica, sociologica, storica e politica – Richard Sennett ha spiegato cosa è il nuovo capitalismo, cercando, nella ricca tradizione occidentale, dei fattori che possano ripensare e ridefinire il concetto di lavoro. Perché, contro l’urto dei nostri tempi, le motivazioni che spingono l’uomo a cooperare con i propri simili, traendone soddisfazione e piacere, non vengano sacrificate.