Nino Migliori
è nato a Bologna nel 1926. La sua fotografia dal 1948, svolge uno dei percorsi più diramati e interessanti della cultura d’immagine europea. Ogni suo lavoro è frutto di un progetto preciso sul potere della immagine, tema, questo che ha caratterizzato tutta la sua produzione. E’ l’autore che meglio rappresenta la straordinaria avventura della fotografia che, da strumento documentario, assume valori e contenuti legati all’arte, alla sperimentazione e al gioco. Oggi si considera Migliori come un vero architetto della visione.
Sue opere sono conservate presso MamBo – Bologna; Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Torino; CSAC – Parma; Calcografia Nazionale – Roma; MNAC – Barcellona; MOMA – New York; Museum of Fine Arts – Houston; Bibliothèque National – Parigi; Museum of Fine Arts – Boston; SFMOMA – San Francisco e altre importanti collezioni pubbliche e private.
MOTIVAZIONI
Tra i fotografi italiani contemporanei, Nino Migliori, si è dedicato, più intensamente di altri, alla sperimentazione, anche alchemica, relativa al linguaggio delle immagini ottico-chimiche, la Fotografia, per una esaustiva, a volte inedita, verifica tecnica e concettuale.
Dopo gli entusiasmi del neorealismo, Migliori si è inoltrato nei territori misteriosi della fotografia “Off-camera, dalla “Pirografia” all’ “Optical”, con suggestivi ed emblematici risultati grafici e pittoricisti.
Nel volume “Lumen”, dell’editore Quinlan, ha sintetizzato e assemblato una recente ricerca di visualizzazione, esplorando antichi “paesaggi” architettonici, arricchiti da complesse presenze scultoree, in questo caso mediante la lettura fotografica “a lume di candela”, dei dettagli prospettici, emergenti dalle sculture del “Compianto sul Cristo Morto, di Nicola dell’Arca”, in Santa Maria della Vita a Bologna.
Un sublime paesaggio di pietra, avvolto nel buio, che Nino Migliori ha vivacizzato con la debole, metaforica luce delle candele, per riproporre concettualmente l’ansia visiva dei pellegrini, visitatori rinascimentali, negli anni in cui fu realizzata l’opera, il 1470 circa, dovuta a “Nicolaus de Raguxia”, giunto a Bologna per questa impresa, dalla natia Ragusa adriatica.
Nell’impaginazione articolata del fotolibro (una specifica tipologia editoriale) “Lumen”, Nino Migliori ha ora rivelato una misteriosa bellezza scultorea, offrendo sconosciute sensazioni ancestrali, sfiorando il buio con le tremule fiammelle delle candele, una Luce che già avviava all’enfasi dell’attuale Era Tecnologica.
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