Antonio Fantin
Antonio Fantin, classe 2001, a tre anni e mezzo, viene colpito da una rarissima malformazione artero-venosa. È necessaria un’operazione molto rischiosa, ma con il supporto della famiglia e del reparto di neurochirurgia dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine riesce a superarla. Quando inizia a nuotare, come forma di riabilitazione postoperatoria, in molti saltano subito alla conclusione che «non è fatto per l’acqua», vedendolo immergersi titubante in piscina. Sedici anni più tardi quel bambino vincerà l’oro alle Paralimpiadi di Tokyo2020 con il nuovo record del mondo, collezionando nella sua giovane carriera sportiva sette titoli mondiali ed otto titoli europei. È la storia di come una difficoltà possa, in realtà, divenire fonte di opportunità.
MOTIVAZIONI
In occasione dei 120 anni dal primo stabilimento balneare a Lignano, viene istituito il premio speciale Lignano 120 anni di futuro, che va a una personalità in grado non solo di comunicare con i giovani, ma anche di ispirarli. Da bambino, Antonio Fantin è vittima di una rarissima malformazione che lo costringe a una operazione molto delicata. A differenza di molti di noi, non si abbatte, anzi si innamora dell’acqua della piscina che viene usata per la riabilitazione, e vi trova una forma di libertà e di impegno che diventa un progetto di vita. Affronta così, grazie alla fede e all’amore, i sacrifici indispensabili alla vita d’atleta. Accogliendo il dono dell’entusiasmo dalle vittorie e il dono dell’umiltà dalle sconfitte, trasformando la disabilità in un sogno e arriva a cogliere i più alti e prestigiosi traguardi sportivi come l’oro alle Paralimpiadi di Tokyo2020.